il Territorio

Coltivare, amare e raccogliere sui Monti Lessini

Lessinia, terra di antichi

Nomi storici utilizzati in documenti veronesi per questo territorio sono Luxino, Lixino, Lesinio, Lissinorum e Lissinia, sempre con il significato di “terra usata e preparata per i pascoli”. Potrebbe avere origine dal dialetto veronese le sime, cioè le vette, oppure dal veneto lisso o lissio, ovvero un canale di travi per far scivolare le piante.

Chiusa a Nord dalla profonda e selvaggia Valle dei Ronchi e dal maestoso Gruppo del Carega, delimitata ad Est dalla Val Leogra, a Sud dal corso dell’Adige e dall’alta pianura veronese e ad Ovest dalla Val Lagarina, essa è quasi un’unità a sé stante nell’ambito delle Prealpi Venete. La solcano numerose valli che dagli alti pascoli scendono e si dispiegano a ventaglio verso Verona e la pianura.
Procedendo da Ovest verso Est, troviamo le valli di Fumane, di Marano e di Negrar (che insieme costituiscono un’unità che ha più carattere storico che geografico: la Valpolicella) e poi le valli Valpantena, di Squaranto, di Mezzane, d’Illasi, le valli Tramigna, d’Alpone, valle del Chiampo, valle dell’Agno. Le sue alture ad Ovest rientrano nelle Prealpi Venete, con cime tra i 1500 e i 1800 m, e il gruppo del Carega a Nord-Est (che supera i 2200 m). La fascia centrale si attesta invece tra i 1000 e i 1300 metri.

Popoli nordici sulle colline veronesi: i Cimbri

I Cimbri, un popolo di coloni che, dalla Baviera o dal Tirolo, si stanziarono sui Monti Lessini Veronesi a partire, secono le ipotesi storiche più accreditate, dal 1287, anno in cui ottennero dal Vescovo di Verona, Bartolomeo della Scala il permesso di insediarsi nel territorio montano della Lessinia. Il primo nucleo di qusesto insediamento fu il comune di Roverè Veronese. In circa 150 anni vennero poi costituite altre 13 comunità: Erbezzo, Bosco con Frizzolana, Valdiporro, Cerro, Roveré, Velo, Azzarino, Camposilvano, Velo, San Mauro di Saline, Tavernole, Badia Calavena, San Bartolomeo delle Montagne, Selva di Progno.

Di queste antiche 13 comunità, riunite nel Vicariato della Montagna Alta del Carbon, e affidate ad un Vicario che si faceva consigliare dai Massari, gli uomini più saggi di ogni comunità, riunitI in gran Pubblica Vicina, sono rimasti oggi otto comuni: Erbezzo, Bosco Chiesanuova, Cerro Veronese, Velo Veronese, Roverè Veronese, San Mauro di Saline, Badia Calavenae Selva di Progno. Al centro di questi comuni spicca la piccola frazione di Ljetzan-Giazzadove permane viva la tradizione linguistica dei Cimbri, una parlata di matrice alto-tedesca medioevale.

A tutela della lingua e delle tradizioni culturali dei Tredici Comuni Veronesi si dedica con passione e con amore l’associazione culturale Cimbri della Lessinia, costutuita nel 1974 con il nome Curatorium Cimbricum Veronense. L’associazione si dedica alla conservazione della lingua, della cultura e delle tradizioni popolari con pubblicazioni, convegni, scambi culturali con le minoranze lingustiche di tutto il mondo, festivals, iniziative di conservazione dell’architettura e della religiosità popolare e manifestazioni popolari.

Scorpire i Cimbri è un viaggio in un mondo affascinante fatto di racconti e di fiabe, di vicende vissute e credenze popolari, di un’architettura di pietra unica al mondo, di antichi riti e di processioni, in un ambiente unico che vale la pena di conoscere e di visitare: la Lessinia, terra dei Cimbri.

il Parco Regionale Naturale della Lessinia

Il Parco Regionale della Lessinia, istituito nel 1990, si estende per oltre 10.000 ettari sull’altopiano dei Monti Lessini e racchiude una sorprendente varietà di testimonianze naturalistiche, storiche e archeologiche di inestimabile valore.
Spettacolari sono i fenomeni carsici e vari monumenti naturali come l’abisso della Spluga della Preta, tra i più profondi d’Italia; il Covolo di Camposilvano, secondo la tradizione locale visitato da Dante Alighieri quando era ospite degli Scaligeri a Verona, le “città di roccia” come la Valle delle Sfingi; il Ponte di Veja, un imponente ponte naturale in roccia tra i più grandi e belli d’Europa, visitato e rappresentato nel 1.474 dal Mantegna nella Camera degli Sposi del Palazzo Ducale di Mantova. Di eccezionale interesse la Pesciara di Bolca, una cava in galleria da cui si estraggono fossili risalenti a circa 50 milioni d’anni fa (Eocene) conosciuti in tutto il mondo per il loro straordinario stato di conservazione, e la Grotta di Fumane, straordinario archivio della storia evolutiva dell’uomo che documenta le frequentazioni dell’Uomo di Neanderthal e dei primi Homo Sapiens.
La parte più settentrionale dell’altopiano è segnata dalla presenza di testimonianze della Grande Guerra (trincee, gallerie e mulattiere) facenti parte di un sistema difensivo esteso su circa 34 km. Da non perdere i gioielli naturalistici come la Foresta dei Folignani, la Foresta di Giazza, La Foresta della Valdadige con il Corno d’Aquilio, le Cascate di Molina.
Il Parco include un’ampia rete di sentieri da percorrere a piedi, in mountain-bike o a cavallo, l’area floro-faunistica – centro di recupero per la fauna selvatica di Malga Derocon e un Sistema Museale costituito da 5 strutture (Museo dei Fossili di Bolca, Museo Geopaleontologico di Camposilvano, Centro di Cultura Cimbra di Giazza, Museo dei Trombini di San Bortolo delle Montagne e Museo Preistorico – Paleontologico di Sant’Anna d’Alfaedo) punti di partenza per conoscere il territorio della Lessinia, in cui si possono ammirare reperti unici in Europa. Il Parco offre anche la possibilità di svolgere sport invernali.
Tutto ciò rende l’area protetta una meta ideale per visitatori alla ricerca di un contatto genuino con la natura e con le tradizioni antiche delle genti di montagna.
Dal punto di vista floristico si possono ammirare boschi misti di carpini, querce e castagni tipici della fascia collinare e boschi di faggio e abeti caratteristici della media montagna, mentre a quote più elevate si trovano gli alti pascoli, e in corrispondenza delle aree sommitali si sviluppano associazioni di pino mugo, rododendro e ontano verde.
La Lessinia offre la possibilità di osservare cervi, caprioli, camosci alpini, marmotte, volpi, donnole, faine, lepri, scoiattoli e ghiri oltre a numerosi specie di avifauna selvatica come l’aquila reale, il falco pellegrino, il gallo cedrone, il fagiano di monte, la civetta capogrosso, il picchio nero e il merlo acquaiolo. Presenti nel territorio del Parco anche l’istrice e il lupo che ha recente ricolonizzato la Lessinia con lo straordinario evento di rilevante interesse naturalistico e scientifico, accertato nel 2012 della formazione di una coppia tra una femmina di lupo italico e un maschio appartenente alla popolazione dinarico-balcanica e la cucciolata nata nel 2013.